Rifiuti Speciali Pericolosi
Il recupero dei rifiuti speciali pericolosi
Nel caso dei rifiuti speciali pericolosi, l’attuazione del principio di “gerarchia dei rifiuti”, si traduce nel perseguire la riduzione quantitativa dei rifiuti destinati allo smaltimento attraverso la separazione, che contribuisce a ridurne la pericolosità.
È il caso del trattamento delle acque reflue e dei fanghi pompabili, che vengono lavorati in impianti chimico-fisici e biologici per estrarne la frazione acquosa che, una volta depurata, può essere reimmessa nell’ambiente, o, ancora, delle pile esauste da cui, tramite un processo di separazione, è possibile recuperare componenti plastiche e ferrose.
Abbiamo inoltre la possibilità di ricavare energia elettrica o calore dai rifiuti pericolosi: un esempio comune è il recupero di energia attraverso la termovalorizzazione. Il termovalorizzatore è infatti un impianto che brucia i rifiuti recuperando dalla combustione ad alta temperatura (incenerimento) il calore necessario a produrre vapore utilizzato direttamente (teleriscaldamento) o per generare energia elettrica.
Biostaff è specializzata nella ricerca di soluzioni alternative e innovative, nel rispetto della normativa vigente, per il recupero dei rifiuti speciali pericolosi: guidiamo le aziende clienti verso una gestione dei propri rifiuti più sostenibile e consapevole.
Contattaci per avere maggiori informazioni ed una consulenza specializzata sul recupero dei tuoi rifiuti aziendali!
Cos’è un rifiuto speciale pericoloso?
Un rifiuto speciale pericoloso è tale in quanto contiene sostanze inquinanti e possiede le caratteristiche di pericolo indicate dall’allegato al Regolamento 2014/1357/UE e dall’allegato al Regolamento 2017/997/UE, ossia se è esplosivo, comburente, infiammabile, irritante, tossico, cancerogeno, corrosivo, infettivo, mutageno, sensibilizzante o ecotossico.
I rifiuti speciali pericolosi possono essere:
1)“Pericolosi in modo assoluto”, ossia i rifiuti espressamente indicati dalla legge come pericolosi e contrassegnati nell’Elenco europeo dei rifiuti con un asterisco “ * ”;
2)“Pericolosi a determinate condizioni”, ossia i rifiuti che sono identificati come pericolosi con riferimento specifico o generico a sostanze pericolose, in questo caso il rifiuto è considerato pericoloso solo se le sostanze all’interno raggiungono determinate concentrazioni. Sono inclusi in questa categoria i rifiuti individuati da una “voce a specchio” che, quindi, sono identificati come pericolosi, solo se le sostanze pericolose all’interno raggiungono specifici livelli.
I rifiuti speciali pericolosi si differenziano per classi di pericolosità, indicate con la dicitura HP seguita da un numero: per la loro corretta gestione è indispensabile determinare le caratteristiche di pericolo, descritte da HP1 a HP15.
Contattaci per avere maggiori informazioni ed una consulenza specializzata sulla gestione dei tuoi rifiuti speciali pericolosi!
Qual è la corretta gestione dei rifiuti speciali pericolosi?
Il primo step per la gestione dei rifiuti pericolosi aziendali è la classificazione e caratterizzazione del rifiuto: la classificazione consiste nell’attribuire al rifiuto il corrispondente codice EER contenuto nell’Elenco europeo dei rifiuti; la caratterizzazione ha invece il compito di stabilire la classe di pericolosità del rifiuto, analizzandone la composizione chimica e valutando il processo produttivo che lo ha generato, per individuare eventuali contaminazioni con altre sostanze.
In questa fase è importante anche valutare se il rifiuto pericoloso sia soggetto alla normativa ADR, ossia l’Accordo europeo relativo al trasporto internazionale su strada delle merci pericolose. L’ADR classifica i materiali in 13 classi di pericolosità e per ciascuna individua determinate modalità di gestione; un rifiuto pericoloso non è automaticamente assoggettato alle norme ADR sul trasporto, ma ciò dovrà essere valutato caso per caso.
Il deposito temporaneo dei rifiuti pericolosi in azienda deve essere organizzato in modo da garantire il rispetto dei tempi e delle quantità di rifiuti in deposito prescritti dalla normativa, utilizzando specifici contenitori ed etichettandoli correttamente con i relativi pittogrammi, oltre a mantenere ben divisi i rifiuti pericolosi da quelli che non lo sono.
Da ultimo, è obbligatoria la compilazione e la tenuta dei documenti necessari a consentire la tracciabilità dei rifiuti: il registro di carico scarico rifiuti, il formulario di identificazione rifiuti (FIR), il MUD annuale e, in caso di rifiuti che rientrano nella norma ADR, il documento di trasporto ADR.
Contattaci per una consulenza specializzata sulla gestione dei rifiuti pericolosi a norma di legge!