Sottoprodotto
Sottoprodotto, non rifiuto. Lo strumento più efficace dell’economia circolare
L’economia circolare, nella prospettiva di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, punta sull’approccio “riutilizza, ripara, rigenera e ricicla” anziché sul processo lineare “prendi, produci, usa e getta”. In quest’ottica, gli scarti agroalimentari (animali o vegetali) possono diventare materie preziose dalle quali recuperare risorse.
Queste risorse sono rappresentate dai sottoprodotti: scarti agroalimentari di origine vegetale o animale che, a determinate condizioni normative, possono essere impiegati nel settore zootecnico, nella cosmesi, nella farmaceutica, o per la produzione di biogas e biometano. Un sottoprodotto, essendo a tutti gli effetti un “prodotto utilizzabile e commercializzabile”, per l’azienda produttrice rappresenta contemporaneamente un utile e una riduzione sui costi aziendali legati allo smaltimento.
Biostaff è specializzata nella ricerca di soluzioni alternative e innovative, nel rispetto della normativa vigente, per la valorizzazione dei residui agroalimentari: guidiamo le aziende clienti verso una gestione dei propri scarti più sostenibile e remunerativa.
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Cos’è un sottoprodotto?
La definizione di sottoprodotto è stata specificata dall’art. 184-bis del D.Lgs. 152/2006 che afferma:
“È un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni:
- la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
- è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
- la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
- l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.”
Tali condizioni devono essere cumulativamente soddisfatte e documentate attraverso la compilazione della scheda tecnica del sottoprodotto.
La gestione dei propri residui come sottoprodotto è un’opportunità per le aziende, contattaci per una consulenza specializzata sulla qualifica dei tuoi residui!
Qual è la corretta gestione dei sottoprodotti?
Gli strumenti fondamentali, seppur non obbligatori, per la dimostrazione del rispetto dei requisiti per qualificare un residuo di produzione come sottoprodotto, sono la scheda tecnica del sottoprodotto e il contratto di fornitura del medesimo.
La scheda tecnica deve contenere l’indicazione dei soggetti che intervengono nella gestione del sottoprodotto (produttore, utilizzatore finale ed eventuali intermediari), le informazioni relative al processo produttivo da cui si origina il sottoprodotto e le caratteristiche tecniche del materiale, oltre alle sue modalità di gestione, sino all’utilizzo finale. Oltre alla scheda tecnica, è considerato un efficace strumento di prova, il contratto di cessione/vendita tra il produttore o detentore del sottoprodotto e l’azienda destinataria che utilizzerà il sottoprodotto nel proprio ciclo produttivo.
Nella scelta del destinatario del sottoprodotto è fondamentale verificare la sua idoneità all’utilizzo del sottoprodotto, sia rispetto alle autorizzazioni possedute che alle sue capacità di ricezione e sistema di gestione, che dovranno sempre essere idonei ad assicurare l’effettivo utilizzo del sottoprodotto.
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